Le situazioni di pesca che
ci troviamo davanti durante la ricerca del black bass sono diverse
durante tutto l’arco dell’anno, le condizioni del tempo e la
temperatura dell’acqua sono i fattori spesso determinanti che
dobbiamo tenere in considerazione nel cercare il centrarchide in più
o meno profondità o più o meno vicino a ostacoli emersi e sommersi.
In base a questi fattori
il bass si alimenta più o meno a ridosso degli ostacoli ( o “cover
“ dall’inglese copertura, rifugio ) presenti vicino alla riva,
nel caso di giornate nuvolose ad esempio esso sarà molto più attivo
e propenso a cacciare, scarsa luminosità e bassa pressione sono
buoni fattori per trovare un pesce affamato e in cerca di cibo in
tutte le situazione, idem nei momenti in cui la temperatura
dell’acqua non è ai picchi massimi estivi, ma nemmeno quelli
minimi invernali, le stagioni intermedie sono sempre le migliori come
quantità e qualità del pesce.
In diversi periodi
dell’anno e in particolari condizioni di limpidezza dell’acqua,
il bass tende a rifugiarsi all’interno delle cover e meno nelle
zone libere , in attesa di qualche preda, per trovare acqua qualche
grado più fresca nelle torride giornate estive, per trovare un poco
di ossigeno durante le piene dei fiumi o ancora quando non ha molte
zone dove ripararsi durante il passaggio di un fronte freddo.
La vita del bass è
strettamente legata agli ostacoli,è il suo punto di riparo, di
riposo e di caccia, la vita del bass gira intorno alle strutture e
alle cover, sono la vera casa del bass.
Le cover più frequenti,
che ci troviamo davanti in fiumi e nei laghi della nostra Italia,
sono principalmente, alberi sommersi o caduti , ceppi , banchi di
ninfee, canneti, cespugli e arbusti di varie dimensioni più o meno
affondati.
In questi casi, c’è un
tecnica che ci permette di presentare l’esca direttamente
all’interno di queste strutture, in modo semplice, ma molto
redditizio, questa è il flipping.
In sostanza,il flipping
,consiste nel presentare l’esca non a ridosso e nemmeno a pochi
centimetri dalla cover, ma direttamente all’interno della stessa.
E’ molto importante non
fare confusione con il pitching, dove l’esca viene lanciata più o
meno a ridosso della cover, lo scopo principia del flipping è
lanciare la nostra esca dove nessuno è mai arrivato…posare la
nostra esca in posti e intrichi di vegetazione dove il bass non
immaginerebbe mai di essere catturato…ed è li che spesso si
nasconde il bass della vita, il mostro del lago il big one.
Alcuni bassmen adattano il
flipping al pitching e viceversa, cioè in situazioni particolari
utilizzano il flipping per pescare attorno alle cover e il pitching
per pescare dentro le cover, beh credo possa essere una scelta utile
in certi casi, ma personalmente tengo distinte le due tecniche ed
anche l’attrezzatura, credo ci sia un legame fra le due tecniche,
ma entrambe abbiano pregi e difetti che vanno considerati e tenuti
ben divisi.
Le condizioni ideali dove
questa tecnica rende al massimo sono fondamentalmente due :
- Acque velate, torbide o comunque non limpide
- Presenza di cover più o meno estese e intricate
In condizioni di acqua
torbida per qualsiasi motivo, ( piogge abbondanti, presenza di alghe
in sospensione) o quando è già velata, per presenza più o meno di
ciprinidi che grufolando alzano il limo presente sul fondo, il bass
tende ad alimentarsi a stretto contatto delle cover, poiché avendo
pochissima visibilità e meno ossigeno a disposizione cerca riparo
intorno a queste che offrono ottime postazione d’agguato e riparo
dagli agenti atmosferici.
Inoltre le cover sono
riparo anche per i pesci foraggio gambero compreso, quindi capiamo
bene quanto al bass possa piacere ripararsi e cacciare all’interno
di esse.
Ma veniamo alla tecnica,
il flipping come accennato prima, è un lancio o meglio una
presentazione dell’esca accurata e precisa mirata a posare la
nostra esca dentro le cover per stanare il bass nascosto dentro di
esse.
Il lancio è quello
classico a pendolo che utilizziamo per il pitching, con qualche
accorgimento però… canna nella mano destra , esca libera
sull’acqua e filo in mano…si avete capito bene, la mano sinistra
non sarà sul mulinello, ma guiderà il filo che con un movimento
coordinato con la canna ci permetterà di posare l’esca dentro la
cover.
La quantità di filo che
lasceremo in bando sarà in base alla profondità di pesca, partiremo
con il filo in mano, l’esca fuori e la canna a in posizione di
lancio, abbasseremo la canna per caricare l’esca e accompagneremo
l’uscita dell’esca con il filo che abbiamo nella mano.
Il mulinello resterà
sempre chiuso, non apriremo il mulinello per lanciare, non
sbloccheremo la bobina, pescheremo sempre con il filo bloccato,
gestendo l’uscita dell’esca in base alla distanza di lancio con
il movimento della canna e il filo in mano.
Il motivo del filo in mano
è semplice, abbiamo molto più controllo dell’esca, più
sensibilità nel sentire l’abboccata e non dovendo bloccare la
bobina del mulinello in continuazione, anche la possibilità di
effettuare molte più presentazioni in minor tempo possibile, con
conseguente aumento di possibilità di trovare pesce, cosa da non
sottovalutare se pensiamo che il lancio è fatto a brevissima
distanza e in continuazione.
Possiamo ripetere la
presentazione diverse volte nello stesso punto, oppure in diverse
zone della cover soprattutto se è estesa ; in caso di canneto più o
meno lungo, ad esempio, possiamo pescarlo tutto spostandoci
parallelamente ad esso e effettuando molteplici presentazioni.
La distanza di pesca sarà
breve, si pescherà a ridosso delle cover con la barca, per cercare
la zona più nascosta e intricata possibile, capita spesso che il
pesce si nasconda proprio li, soprattutto quello di grossa taglia, da
riva si farà viceversa, ci si avvicinerà alla stessa
silenziosamente senza far rumore e si lancerà tra la riva e la
cover.
Una volta posata l’esca
in acqua abbiamo diverse possibilità di recupero, se ci aspettiamo
una mangiata in caduta appena questa tocca il fondo la toglieremo
subito e faremo un altro lancio nella zona successiva, se ci
aspettiamo pesce in sospensione una volta che l’esca tocca il fondo
la lasceremo immobile in attesa che il bass scenda e la aspiri,
infine se ci aspettiamo pesce attivo possiamo scuoterla in loco o
imprimere all’esca saltelli più o meno pronunciati.
Una volta effettuato uno
di questi recuperi toglieremo l’esca e ripeteremo l’operazione
nella zona successiva, se peschiamo un banco di ninfe potremo sondare
tutti i buchi tra una foglia emerse e l’altra, se peschiamo un
albero sommerso stessa cosa con i rami e gli spazi fra di essi.
Personalmente cerco di
presentare l’esca più all’interno possibile, a stretto contatto
con la riva se peschiamo cover a ridosso di questa, altrimenti se
peschiamo cover isolate proprio al centro di essa.
La ferrata sarà molto
importante, dovrà essere decisa è molto energica, dobbiamo tenere
in considerazione che il bass catturato a flipping sarà molto
nascosto tra le cover e spesso queste ultime saranno molto fitte,
quindi la ferrata e il recupero del pesce sono fondamentali per
evitare slamature indesiderate, bisogna estrarre letteralmente il
bass dalla cover anche a costo di sollevarlo di peso!
La ferrata in particolare
deve avvenire al minimo segno di abboccata, in questo modo non daremo
la possibilità al bass di aspirare l’esca e nascondersi tra la
cover con conseguente slamatura o addirittura strappo della lenza in
caso di combattimento tra rami o arbusti vari.
Parliamo di
artificiali…quello per eccellenza? Il jig,seguito da tube, gamberi,
grossi french fry, plastic worms, lizard e creature, ma non c’è
limite alla fantasia si può flippare di tutto anche lo spinner….
I jig li preferisco di
dimensioni generose, con testina affusolata nel caso pesco
vegetazione molto fitta, questo gli permette di scendere meglio tra
la vegetazione e incagliarsi meno.
Il mio preferito è il
Paca Jig della NetBait questo jig ha un ottimo volume in acqua,
tantissime colorazioni e piombature che arrivano anche all’oncia,
un bell’amo a curvatura ampia, mi da molta sicurezza.
Per la gomma preferisco
esche compatte come BKTube e gamberi come il Baby Paca della NetBait
e creature come il Mighty Hog della IMA.
Ottime anche le creature
soprattutto in cover abbastanza rade , ma ci sono tantissime marche
di gomma valide fate le vostre prove e scegliete quelle che si
avvicinano di più alle caratteristiche delle vostre zone di pesca.
I colori base che uso per
il flipping li scelgo in base al foraggio presente e al colore
dell’acqua, con black, green pumpkin, watermelon red flake,
crawfish e chartreuse si coprono tante situazioni, ma osservate bene
il colore dell’alimento principale del bass e scoprirete il colore
giusto da soli.
La piombatura dovrà
essere di dimensioni generose, necessarie per forare la vegetazione e
arrivare sul fondo , ½ o 3/4 oz. fino all’oncia di peso.
Per i piombi uso il
tungsteno, a ugual peso ha dimensioni molto più ridotte del classico
piombo quindi più penetrante e maggior sensibilità data dalla
estrema durezza di questo materiale.
Mi affido a un’azienda
americana leader in questo campo, la Eco Pro Tungsten, che produce
piombi in diverse misure e colorazioni, abbinato agli appositi
stopper in gomma estremamente efficace con la caratteristica di
fissare in maniera solida e sicura il piombo all’amo per una
migliore penetrazione e efficacia dell’esca.
Lo stopper è molto
importante nel flipping, l’esca per poter penetrare deve essere ben
fissata al piombo.
L’attrezzatura dovrà
essere di buona qualità e sopratutto robusta!
Canne telescopiche o mono
pezzo da casting dai 7” ai 7”6’ saranno ideali e dovranno
essere capaci di lanciare anche 2 oz., azione H per le cover molto
intricate e mh per quelle più libere, per fare qualche esempio la
Palms Molla Heavy Cover e Lunker oppure la Mega Swimbait, ma la canna
è una attrezzo molto personale, cercatelo robusto e nervoso, ma non
troppo pesante, altrimenti vi affaticherete molto in pesca.
Il filo dovrà essere
grosso e affidabile,un buon 18/20 libbre di una buona marca,fino ad
arrivare a 25/30, è possibile usare anche il trecciato da 50 o più
libbre o il fluorocarbon ( lo preferisco al monofilo ), io mi affido
al Sunline Shooter fluorocarbon .
Per il trecciato vi posso
consigliare Super PE della Sunline, un trecciato estremamente morbido
e conico in diverse colorazioni, ma resistentissimo.
L’attrezzatura, ai
neofiti, può sembrare esagerata,ma vi garantisco che estrarre da un
canneto o da un’ albero sommerso un bass di buone dimensioni sarà
una lotta molto dura.
Concludendo vi posso
consigliare di usare questa tecnica in quei periodi in cui il bass è
riparato nelle strutture del lago o cava che sia,nei in posti ricchi
di canneto, dopo un fronte freddo(qui sarebbe bene ridurre le
dimensioni e il peso degli artificiali) o in posti dove c’è una
grossa pressione di pesca e il bass è restio a cacciare in acque
aperte.
L’estate è una buona
stagione per il flipping il bass cerca ombra e refrigerio sotto
coperture estese e sarà li che lo andremo a insidiare, idem la
primavera quando il bass si alimenta di grossi gamberi o pesci tra la
vegetazione.
Infine un piccolo
consiglio : durante l’azione di pesca,tenete sempre d’occhio il
filo,sarà il vostro occhio sott’acqua!
Ciao a
tutti,catch a big one.