mercoledì 31 dicembre 2014

Ciao 2014, ringraziamenti e riflessioni sull'anno appena passato.

C'è chi pensa che capodanno sia un giorno come un'altro e c'è chi pensa che invece sia un momento molto importante poichè inizia un nuovo periodo della propria vita.

Personalmente credo che l'ultimo giorno dell'anno che se ne va sia un momento per fare mente locale e per fare un piccolo bilancio di ciò che si è fatto nei 12 mesi appena passati.

Di natura non mi accontento mai e sono sempre alla ricerca di dare il meglio di me stesso ogni giorno che passa, quindi non è facile per me dire questo è andato bene o questo è andato male, di sicuro ogni cosa si può fare sempre meglio.

Il 2014 appena passato mi ha visto veramente molto impegnato su diversi fronti, ho fatto fatica spesso a incastrare tutte le attività che vorrei svolgere al meglio. Il mio impegno ormai quotidiano con Blue Springs si sta intensificando sempre più, e per questo volevo ringraziare l'azienda e tutti i suoi collaboratori per l'incredibile lavoro svolto ogni santo giorno. Se penso a solo qualche anno, fa quando il freshwater e il bass in particolare erano un pensiero marginale per questa azienda e adesso facciamo riunioni dedicate solo a quello sono veramente grandi soddisfazioni.
Inoltre è fantastico vedere come ad ogni evento che organizziamo il vostro entusiasmo è sempre al top e i nostri seminar sono sempre seguitissimi. Grazie.



Un altro progetto che sta andando a tutta birra è senza dubbio la collaborazione con Stay Creative del mitico Valerio Morini e SKY Pesca canale 236. Finita la nuova serie di "Troppo Imbranato Per Pescare",

che per motivi assolutamente professionali credo non avrà un seguito, avrà un seguito invece la collaborazione con me e Valerio, anche se non ci vedrà insieme in acqua, ma vi garantisco che insieme ci saremo lo stesso...quindi orecchie aperte perchè a breve arriveranno news sul Canale Pesca 236 di Sky.
Ne approfitto per ringraziare nuovamente Valerio per la fiducia costante nei miei confronti, lo dico sempre, Valerio ha cambiato in me il modo di vedere la pesca e non solo. Sono in debito.

Inoltre sempre per quanto riguarda la stagione 2015 di Sky è in arrivo la nuova serie di The Profishionals lab...dove da quest'anno farò parto del team e per questo devo ringraziare Matteo De Falco per l'occasione e la fiducia che mi è stata data, far parte di una trasmissione così importante mi rende molto orgoglioso.


Cosa ho dimenticato di fare nel 2014? Beh ho trascurato un poco Quintabass ASD, l'associazione che svolge lezioni di pesca e guida di pesca, purtroppo ho dovuto rimandare diverse lezioni, ma alla fine credo di essere riuscito a far contento tutti con qualche consiglio online e qualche uscita in compagnia durante uno dei miei video.

Inoltre una nota la faccio anche per le competizioni, essendo un agonista dentro soffro a partecipare a poche gare, ma purtroppo le spese sempre più importanti e il poco tempo da dedicare mi hanno permesso di partecipare a solo poche gare. Nella prima gara che ho fatto a inizio anno ho catturato il big bass della competizione, nella seconda ho raggiunto un ottimo piazzamento in USA. Confrontarmi con i maestri americani è sempre motivo di grande orgoglio per me,
Spero il prossimo anno di riuscire a farne qualcuna in più.

Per il resto ho sempre cercato di fare del mio meglio e mi scuso se magari non sono riuscito a rispondere a tutte le vostre domande, richieste di consigli in modo tempestivo. Mi fa molto piacere condividere la pesca con voi.

Cosa mi aspetto per il 2015? Beh mi aspetto di fare sempre meglio tutto ciò che sto già facendo, vorrei continuare a ampliare la mia cerchia di strumenti per la divulgazione della pesca, come il mio blog che mi sta appassionando sempre di più, la mia pagina Facebook Page che è diventata ormai la mia voce pubblica insieme al profilo Twitter e al mio Canale YouTube dove pubblico le mie avventure in pesca.
Siete in tantissimi ogni giorno a seguirmi e a condividere con me le vostre opinioni, che vi posso dire, continuate così.

Ringraziamenti particolari vanno agli sponsors che mi permettono di ampliare il mio parco lavorativo, oltre a Blue Springs e ai prodotti come Sunline, Livingston Lures, Palms ecc. grazie a Pro BoatsRaymarine, Rod GlovesHagstornadobait , alla rivista lapescamoscaespinning che mi permette di dare voce al bass fishing anche sulla carta stampata. 

Inoltre un grande ringraziamento va a tutti i negozi che si rendono sempre disponibili e positivi nei confronti del lavoro che svolgo e i laghi di pesca che mi ospitano per pescate fantastiche Luca Lago e Atlantide Fishing su tutti. Grazie per il servizio che date.

Infine ma non per ultimo devo ringraziare la mia famiglia e mia moglie in particolare per l'infinita pazienza e la fiducia che ogni giorno mi permette di alzarmi e di pensare a dare sempre il meglio di me stesso.

Auguri di un fantastico 2015 a tutti voi, ricco di salute, sorrisi e perchè no di un poco di ricchezza in più e visto come siam messi in Italia in questo momento ce n'è bisogno.

Luca

lunedì 29 dicembre 2014

lunedì 22 dicembre 2014

Bass in Japan...by Marco Gatti

Adoro viaggiare e adoro ascoltare racconti di pesca da parte di amici che decidono di affrontare acque diverse da quelle italiane.

L'amico Marco Gatti, team Blue Springs, reduce da un viaggio in Giappone, mi ha inviato questo report della sua avventura nella acque del sollevante.

Leggiamo cosa ci ha raccontato.

12 Agosto 2014. La coda del tifone Halong ha appena finito di lambire le coste del Giappone occidentale dopo il suo attraversamento delle montagne tra il Mar Cinese Orientale ed il Mar del Giappone, provocando paura e distruzione nelle isole degli arcipelaghi meridionali e nelle provincie delle isole di Kyushu e Shikoku.

Alle 5.30 del mattino piove nel parcheggio dell’hotel di Kyoto, mentre attendo con un indicibile ansia, dopo una notte praticamente insonne, l’arrivo di Yukinari Uchiyama, pro giapponese che, dopo un serrato scambio di messaggi nel mese precedente alla mia partenza, mi porterà a pescare nel tempio del Bass fishing mondiale, il leggendario Biwa-ko.



Nel parcheggio entra un grosso fuoristrada ed  il conducente si sbraccia in un caloroso saluto. E’ Uchi ! Il mio inglese tentennante non mi ha tradito nella programmazione del viaggio! Si caricano i bagagli e si parte verso una giornata che, comunque vada,  lascerà un ricordo indelebile nella mia mente.
Dopo una cinquantina di chilometri, e sotto una pioggia decisa, finalmente attraversiamo il lungo ponte di Biwako-Ohashi che attraversa il lago nella parte più stretta e ci dirigiamo verso Ayame, dove troveremo la marina che ospita, oltre alla barca di Yukinari, un centinaio (!) di bass boats che in Italia definiremmo “da paura”. 
Una volta attaccata al gancio del fuoristrada e montata l’attrezzatura, in poche centinaia di metri giungiamo ad alare all’Ayame Port. 


“Uchi mi hai portato l’impermeabile?” “Ehmm si! Ma non son sicuro ti vada bene…”, mi risponde porgendomi un impermeabile taglia M giapponese… Tra imprecazioni varie e già vedendomi a letto per i tre giorni seguenti con la febbre perlomeno riesco ad infilarmelo.
Finalmente si parte, col cuore in gola per l’emozione e con un secondo impermeabile tenuto stretto sulla pancia. Sono sul Biwa, sfrecciando su una bass boat come tutti i pro giapponesi che ho sempre ammirato nei dvd copiati e scambiati tra noi contagiati dalla malattia del bass fishing.
Il 175 cavalli urla, portando la Ranger verde in direzione di Oki Island. Una decisa virata verso destra, con la pioggia che tenta di bucarmi la pelle del viso, ci porta verso il primo spot della mattinata. Le colline dalla fitta vegetazione immersa nella nebbia del mattino di Omachiman entrano in acqua digradando in una pietraia che forma una sorta di flat profonda circa due metri lunga una ventina di metri dalla riva. Uchi mi porge una canna da crank, montata con un medium runner colore giallo e nero. La forte perturbazione in questa parte del lago ha lasciato l’acqua decisamente ricca di sospensione. Un lancio di prova per testare l’attrezzatura ed evitare di presentarmi al dio del lago con una parrucca enorme e al secondo lancio un bassettino di 30 cm bussa alla mia porta. Lo prendo in mano ed ad un tratto mi rendo conto di aver appena catturato il mio primo bass giapponese! Sarà mezzo chilo… ma in quel momento sono eccitato come se avessi preso un bass da tre chili. Un bacetto di ringraziamento sul nipponico centrarchide, l’ovvio rilascio e.. via! 

Dopo un’altra serie di lanci anche il secondo bass decide di farmi visita. Ancora qualche lancio e si cambia spot.


   


Intanto finalmente cessa di piovere, seppur resista ancora un teso venticello fresco.
Uchi mi chiede se mi piace pescare topwater. Dopo il mio ovvio ed entusiastico “Sì” ripartiamo verso la sponda opposta dove ci attende con un meraviglioso tappeto di erbe. La rana entra in ogni anfratto… ma esce sempre indenne. Ci spostiamo di qualche decina di metri, lanciando e skippando sotto piante promettenti enormi bass affamati ma.. nulla.

Uchi, cercando di rendermi la notizia il più morbido possibile, mi spiega che, essendo la popolazione di bass del Biwa-ko di ceppo F1, il brusco cambio atmosferico e la corrente causata dall’apertura di alcune chiuse che regolamentano l’altezza del lago, più alto del solito di circa due metri, ne hanno praticamente bloccato l’attività. Che.. fortuna! Sono a 12 ore di aereo da Milano, in un luogo per me leggendario, probabilmente non ci tornerò più e invece di ferrare durissimo e a due mani enormi bass da quattro chili devo ritenermi fortunato se ho già allamato due bass da mezzo chilo.
A questo punto non mi tocca che cercare di imparare più possibile da un professionista.
Ci spostiamo ancora di sponda, entrando nello Yasu River

Già a prima vista mi accorgo che in quel canale hanno girato alcuni video che mi ricordo nitidamente. Mentre Yukinari pesca ancora con la rana, praticamente pitchandola contro il canneto, io monto una canna a Texas Rig e mi metto a pescare lentamente e profondamente nella vegetazione. Una mangiata decisa ed il terzo bass salta velocemente sulla barca.
Si riparte. Ora la nostra meta saranno quegli sconfinati erbai che tanto spesso abbiamo visto nelle fotografie dei cataloghi di artificiali.
Un prato galleggiante mi pone il problema di pescare in una maniera che fino ad ora non si è mai resa necessaria. Uchi mi porge una canna da tre once montata con piombo ad ogiva da un’oncia ed un quarto ed una creatura subito sotto. Un paio di tentativi andati a vuoto per provare il lancio verso il cielo e all’altro capo del mondo mi ritrovo a pescare a punching!
Uchi ad un tratto ferra forte, facendomi inginocchiare di colpo per evitare la sua oncia di tungsteno che si dirige in direzione della mia testa. “Bite !” Mi grida ridendo per scusarsi del tentato omicidio.
Dopo un’ora e nessun pesce ci muoviamo di nuovo, verso un altro vastissimo erbaio, questa volta sommerso a 60 cm dal pelo dell’acqua. Scegliamo approcci diversi: io lo affronto a Texas con una creatura da 4’’ sottile, Uchi con un propeller IMA. Anche in questo spot trascorre un’ora ed il sole che da un po’ di tempo ci sta asciugando col suo tepore è ormai alto nel cielo.
Mi siedo e mi guardo in giro: solo ad un colpo d’occhio scorgo almeno cinque o sei bass boat che solcano questo specchio d’acqua magico. Colline, templi buddisti e prati verdissimi fanno da contrasto ai grattacieli della città di Hikone che si ergono in lontananza. 
Ci dirigiamo verso il porto, ma una piccola rientranza colma di vegetazione colpisce la mia attenzione. Faccio segno a Uchi, chiedendo con gli occhi di permettermi ancora qualche lancio. Sostituisco il propeller con un buzzbait e lancio ovunque, lambendo alberi caduti, piante e rami in acqua. Nulla. Non c’è nulla da fare.. aveva proprio ragione Yukinari! Infatti ad un tratto mi ricorda “Oggi hai preso tre pesci, devi sentirti fortunato!”. Sarà… ma impiegherò un attimo di tempo a digerirlo…
Torniamo al porto e riportiamo la barca nella marina. Una visita in un negozio di pesca fornito come mai io abbia visto nella mia vita mi riporta nel mondo delle nuvole. Siamo a Moriyama, Kyoto mi aspetta a poche decine di chilometri per farmi conoscere le meraviglie del Giappone passato. 
Davanti al meraviglioso Ryokan tradizionale scarico la mia valigia e saluto Uchi, con la gratitudine negli occhi verso chi mi ha permesso di vivere un sogno. 

Pochi pesci, ma un’ emozione che mi rimarrà dentro all’anima per sempre.

Grazie Marco, al prossimo report.


venerdì 5 dicembre 2014

Lipless crankbait the sound of fish!

Ci sono esche che entrano nella storia, vengono copiate, vengono modificate, vengono ridisegnate, ma alla fine non tramontano mai e restano un’arma vincente in tutte le cassette porta esche dei pescatori di tutto il mondo. 
La tipologia di esche di cui andiamo a parlare è una delle più sottovalutate dai bassman italiani, mentre oltre oceano è amatissima e in certe condizioni un vero must…stiamo parlando del Lipless crankbait.
Quando durante le mie lezioni di pesca parlo di questo artificiale, spesso vedo facce curiose e sospette da parte degli angler italiani che non capiscono come io riponga così tanta fiducia in un’esca così strana e spesso anche non semplicissima da utilizzare. Io rispondo che mi ha risolto talmente tante giornate che me ne sono innamorato e non riesco più a farne a meno.

Ma com’è fatto il Lipless? Come va recuperato? Quando e come usarlo?

Andiamo per gradi, il lipless è un crankbait dalla forma ovoidale appuntita agli apici, ma con la caratteristica di essere privo di paletta. L’anello lega filo è posto sulla schiena dell’artificiale. Con recupero costante e veloce emana tantissime vibrazioni con un movimento molto stretto e nervoso, che richiama i predatori anche da lunghe distanze. Mano a mano che rallentiamo il recupero l’esca perde efficacia e se lasciato fermo semplicemente affonda senza emettere nessun movimento. La forma permette lanci lunghissimi e quindi coprire tanta acqua, inoltre cambiando la velocità di recupero ci permette di sondare tutti gli strati d’acqua, insomma come può mancare un’esca con questo potenziale nel nostro arsenale? Una caratteristica fondamentale del lipless è il “suono” emesso. Infatti buona parte delle ditte che producono quest’esca, utilizzano rattling interni per richiamare i pesci da lunga distanza e dare a questo prodotto un tocco decisamente particolare. Negli ultimi anni, visto la crescente pressione di pesca, si iniziano a vedere alcune tipologie “silent”cioè prive di “sonagli” interni, in certi casi possono avere ottimi utilizzi ma senza dubbio il Lipless classico ha rattling interni ed anche decisamente rumorosi.
Il lipless ha un potere catturante enorme, ma rende al massimo in determinate condizioni :
  1. Presenza di cover o strutture sommersi, gli erbai in particolare sono una cover perfetta.
  2. Presenza di vento con conseguente increspatura della superficie dell’acqua
  3. Medio/bassa profondità dell’acqua
  4. Presenza di pesce foraggio imbrancato o presenza di scuole di bass
  5. Autunno e primavera sono le stagioni ideali, ma anche i primi giorni d’inverno.
Queste condizioni sono un buon segnale che il lipless crank può regalarci grandi soddisfazioni, quindi sfruttiamole con attenzione.
La presenza di erbai sommersi è una condizione fantastica, infatti il bass adora sostare nascosto tra essi in attesa che un branco di pesce foraggio decida di passare da quelle parti…pronto per sferrare l’agguato, il bass è molto attento a qualsiasi cosa gli passa sopra la testa o in mezzo all’erba. Il Lipless è il numero uno in questo, la sua forma affusolata gli permette di passare agevolmente tra i fili d’erba e con le sue vibrazioni accentuate rendere la propria presenza ben nota a tutti. Inoltre gli erbai sono una calamita per il pesce foraggio di cui il bass si nutre, tanto ossigeno e presenza di cibo abbondante sono le chiavi di questo ecosistema.
Erba e zone ricche di vegetazione sommersa sono senza dubbio le cover migliori per una maggiore efficacia del lipless, ma ci sono altre situazioni dove può essere letale. Sulle sassaie il rumore emesso richiama i pesci da lunghissima distanza, condizioni che in acqua velata o torbida possono fare la differenza. Anche qui i lanci lunghi sono decisivi, più acqua si copre più e più è facile incocciare in un qualche torello verde in agguato.
Non dimentichiamo le lunghe spianate ricche di sassi e ciottoli e le punte che degradano lentamente, soprattutto se c’è erba nei paraggi.
Il Iipless è un’esca fantastica anche durante i fronti freddi e in tutte quelle condizioni in cui il bass è molto apatico e non ha nessuna intenzione di cibarsi e quindi l’unica maniera per catturarlo è giocare sul proprio istinto di predatore. Il suono e le vibrazioni strette sono perfette soprattutto se ripetiamo diversi lanci nella stessa zona di pesca.
Parliamo di recuperi : il recupero del lipless è abbastanza semplice, effettivamente il nostro artificiale pazzo fa tutto da solo…il recupero costante e “allegro” è il più classico ma ci sono alcune varianti che possono cambiare molte cose. Se le cover sommerse sono ancora “giovani” i problemi sono pochi, ma quando le cover e gli erbai in particolare iniziano a salire, ecco che inizierete a capire che così semplice non è. Infatti con un recupero costante il lipless crank tenderà ad incagliarsi spesso con perdita della sua efficacia, ecco che dobbiamo trovare una soluzione. Il trucco è quello di “strappare” ( gli americani lo chiamano “ripping” ) letteralmente l’erba dopo aver incagliato e riprendere il recupero immediatamente. Questa manovra donerà all’artificiale un movimento guizzante e “pazzo” che aggiunto allo stretto legame con la cover lo renderà irresistibile ai bass presenti al suo interno.
Sconsiglio l’utilizzo del lipless quando l’erba è troppo alta, in questo caso gli incagli sono veramente troppi e non permette nessun movimento adescante, ma se l’erbaio è molto esteso possiamo aggirarlo e coprire i bordi di esso con lanci da diverse angolazioni.

Infine un recupero veramente interessante col freddo è senza dubbio quello in gergo chiamato "yoyo". Consiste nell'effettuare un recupero a saliscendi con qualche pausa per far affondare l'artificiale sul fondo per poi richiamarlo violentemente e cercare una mangiata di reazione.
Questo recupero mi ha regalato alcune delle più belle catture in acqua fredda.

Vediamo ora ai modelli e all’attrezzatura da utilizza per una perfetta efficacia :
Non possiamo non parlare di lipless senza parlare di Rat L Trap, questa ditta è colei che ha inventato letteralmente questa artificiale e lo ha reso popolare in tutto il mondo. Per rendere l’idea… quando i nostri “mentori” di oltreoceano parlano di lipless crankbait parlano di Rat l Trap, la parola lipless non è quasi mai nominata sulle riviste ma neppure nel linguaggio comune, il termine di riferimento per questo artificiale è semplicemente Rat L Trap. Le caratteristiche di questa marca è il suono molto intenso e le vibrazioni veramente incredibili. I colori sono veramente tanti, per imitare qualsiasi foraggio del bass, i miei colori preferiti sono le tonalità shad, gambero e chartreuse, 3 colori che coprono tutte le tipologie di acque presenti ma vi garantisco che c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Un altro prodotto molto interessante è il Rock N Vibe dell'IMA, le caratteristiche di questo lipless sono la quasi totale assenza di rattling interni, la forma decisamente accattivante e un'estetica fantastica.
Infine non possiamo non parlare di Livingston lures e il suo Pro Ripper, questo liplles dotato di un chip interno che imita il suono del pesce foraggio di cui il bass si nutre permette di catturare anche il pesce più smaliziato e apatico.


Per quanto riguarda canne e mulinelli dobbiamo fare una piccola scelta. Se peschiamo in presenza di cover non molto alte, che non permettono il famoso “ripping” di cui parlavamo prima la classica canna da crankbait è perfetta, quindi azione medium, lunghezza 7 piedi o più ( maggiore è la lunghezza maggiore è la gittata ) potenza dai 3/4 oz in su e un buon mulinello a recupero medio veloce, 6,2 : 1 lo ritengo perfetto. Personalmente uso la nuova serie Palms Molla All Arounder, mulinelli Abu Revo e filo rigorosamente fluorocarbon della serie Shooter della Sunline nel diametro di 12 lbs. Se invece devo rippare l’erba il discorso cambia, qui abbiamo bisogno di una canna più rapida come la Palms Molla Cover Capture per strappare l’esca dall’erbaio, In questo caso dovremo aumentare il diametro del filo anche a 14 lbs, questo permetterà di essere molto più efficaci nella nostra tecnica di pesca.
Bene mi sembra di avervi dato una idea di come utilizzare questo poco conosciuta ma magnifica esca…non temete e usatelo come un’arma a vostro favore nei momenti dove rende al massimo! In bocca al bass!
Get your fish on.
Luca Quintavalla







lunedì 24 novembre 2014

Bass invernali, strategie e tecniche.


Ebbene si,è tornato con le sue corte e fredde giornate,con le sue fitte nebbie, i suoi rami spogli, dopo una stagione ricca di catture è tornato l’inverno.
La maggior parte dei Bassmen italiani con l’arrivo della stagione fredda,riduce e di molto la frequenza di uscite mirate al centrarchide,per dedicarsi a pesci ,diciamo così, più attivi come lucci e trote o meglio a sistemare la propria attrezzatura aspettando che la nuova stagione abbia inizio.
Ma c’è chi, a ragione o torto, non ne vuol sapere di fermarsi e continua a cercare il Bass anche quando il freddo gela il filo tra gli anelli.
Prima di tutto specifichiamo che il bass NON smette di alimentarsi nel periodo freddo siamo certi che rallenta di molto il suo metabolismo, si alimenta con meno frequenza, va in uno stato di semi letargo, ma questo non vuol dire che la sua cattura non sia possibile anche nel periodo freddo.
Fatta questa importante promessa vediamo di capire quando e perchè il bass entra in questo stato di apatia, ma soprattutto come cercare di catturarlo.


Per prima cosa dovremmo prestare molta attenzione alle condizioni climatiche e tenere ben conto che il pesce ha momenti o come le chiamo io “finestre” di attività più o meno frequenti dove la sua attività predatoria è maggiore, mentre passa il resto del tempo in un atteggiamento di totale apatia.
La temperatura dell’acqua è il barometro del bass, quando scende sotto i 10° possiamo iniziare a pensare che il pesce abbia già preso posizione nelle zone dove svernerà e avrà un comportamento simile a quello menzionato in precedenza.
In generale, le giornate soleggiate sono caratterizzate da freddo pungente e temperature ben al di sotto dello zero, quindi cerchiamo di scartarle, al limite concentriamoci nelle ore più calde, ma il sole invernale non scalda come quello primaverile quindi il bass ha finestre di attività estremamente ridotte.
Al contrario, le giornate nuvolose o i lunghi periodi piovosi, hanno temperature più alte soprattutto di notte e ridotta luminosità durante il giorno, queste saranno la nostra carta vincente, infatti la temperatura di notte tende a scendere meno e la bassa pressione rende i pesci più attivi.
In questi casi le finestre di attività del pesce sono più frequenti e quindi la possibilità di catturarlo sono molto maggiori.

Il secondo fattore fondamentale per catturare bass in inverno…è il posto.
Il bass tende a svernare in zone ben definite, difficilmente vaga in cerca di cibo, si concentra in zone particolari con molta profondità a ridosso di aree con molte vegetazione .
Tende a preferisce scalini con pendenze ripide a 90 gradi dove sospende a diversi mt di profondità, poi in momenti particolari del giorno tende ad addentrarsi in zone con molta vegetazione a ridosso della riva in cerca di cibo.

Gli scalini sono fondamentali perché permettono al pesce di spostarsi dall’acqua profonda a quella meno profonda spendendo poche energie, preziose per la stagione fredda.
In inverno è fondamentale essere nel posto giusto al momento giusto, dobbiamo sfruttare quei pochi momenti di attività quei pochi secondi utili dove il bass entra in caccia.
Alcuni spot tipici invernali sono i ponti, le sassaie, le zone rocciose con ostacoli a ridosso e cerchiamo il foraggio, dove c’è foraggio c’è bass dove c’è cibo c’è bass in particolare nella stagione fredda. Se non riusciamo a trovare i bass, cerchiamo il foraggio il bass sarà nei paraggi.

Un altro fattore fondamentale è il colore dell’acqua, più l’acqua è limpida più il bass tenderà a scendere in profondità, i raggi solari in acqua chiara tendono a scaldare anche gli strati inferiori che di norma sono sempre più caldi quindi il bass li preferirà, in condizioni di acqua velata o torbida al contrario il pesce lo troveremo in zone più superficiali e con una buona quantità di ostacoli e riparo. Teniamo conto di questo, scartiamo più acqua possibile e concentriamo i nostri lanci in zone più redditizie.

Nella stagione fredda concentrate le vostre uscite nelle piccole cave e nei fiumi, i bass sono più attivi dove c’è presenza costante di corrente, questa fa spendere molta più energia e quindi devono alimentarsi con costanza, le piccole cave sono più semplici da capire ed è più facile selezionare alcune zone che crediamo redditizie, concentriamoci nelle sponde rivolte a nord…esse battute dai venti da sub più caldi risulteranno più gradite al nostro amato centrarchide.

Esche e tecniche :
Ci sono diverse correnti di pensiero sulle esche e le tecniche da utilizzare nella pesca invernale, personalmente essendo un power fisherman, adatto la mia tecnica anche nella stagione fredda, con qualche accorgimento chiaramente.
Le mia esche preferite sono il suspending jerkbait, seguito a ruota dal crankbait. Se non ho risultati con queste esche di reazione passo alla pesca finesse ( drop shot, split shot, wacky rig )
Jerk, crank mi permettono di sondare molta acqua e insidiare il pesce che è in attività, inoltre il bass in inverno segue spesso i branchi di pesce foraggio quindi una imitazione dello stesso è a mio parere la scelta più azzeccata.
Utilizzo il jerk in zone ripide come muri, piloni di ponti o sponde sassose ecc, oppure attorno a zone di acqua bassa con scalini profondi nei paraggi. Il jerk è l’esca perfetta per l’inverno, ha movimenti scattanti e rapidi, resta tanto tempo nella strike zone e assomiglia al foraggio del bass…beh direi veramente fantastica!
Per quanto riguarda il crank è la mia esca preferita per le sassaie facendolo colpire più ostacoli possibili e fermandomi ogni volta che tocco il fondo. La preferisco quando pesco zone ricche di sassi e rami e con acqua tendenzialmente velata.

Nelle sassaie e nelle zone con vegetazione entra in gioco anche la pesca con esche siliconiche, il finesse è un’ottima tecnica per l’inverno, il drop shot in particolare fa sostare molto tempo l’esca nella strike zone stimolando il predatore all’attacco.
Anche il microjig nelle zone ricche di gambero può fare la differenza, non dimenticatelo, soprattutto recuperato lentissimo sul fondo. Infine, il caro è vecchio ondulante recuperato in verticale sopra le palle di foraggio può risultare decisivo quando le “ finestre” si aprono.

Infine, il light pitching, tecnica molto particolare e interessante per il periodo invernale in particolare per i pesci di grandi dimensioni.


Consiste nell'utilizzare piombature leggere su esche comunque di buone dimensioni, come Mighty Hog IMA o Baby Paca Craw della Ne Bait.
I recuperi devono essere lenti e a piccoli saltelli, per stimolare l'aggressività dei pesci di mole più interessante.

Ecco un piccolo video dimostrativo sul light pitching.


Colori e modelli:
Con esche siliconiche preferisco colori naturali, su tutti, watermelon, green pumpkin ,brown,ma in certe occasioni un colore vivace tipo chartreuse o il bianco possono dare ottimi risultati soprattutto in acque velate. IMA Plus Driver e Finesse worm o lo slim shake della Net Bait i miei preferiti sono la mie esche preferite, recuperate lentissime a drop shot. La conformazione della gomma permette di restare sospesa per lunghi periodi. A wacky, ancora Plus Driver IMA ma anche F4 Hags tornado, esca che mi ha regalato bellissime catture nella stagione invernale.
Spesso si rivelano decisivi piccole imitazione di pesce foraggio come il CASTAIC Baby Jerky J, veramente letale in certe situazioni.
Per quanto riguarda i crank preferisco colori naturali come shad o crawfish se pesco in zone con molto gambero, occasionalmente chartreuse in caso di acqua velata. La nuova serie MARIA Freshwater ha un paio un crank dalle ridotte dimensioni veramente interessanti per la pesca invernale chiamati MC-1 DF che permettono diversi affondamenti.
Altra arma vincente, IMA Pinjack 200 e Howeller Dream by Livingston Lures.
Per quanto riguarda i suspending jerk e le swimbait cerco di imitare il più possibile possibili al foraggio presente e così ci dobbiamo regolare anche per le dimensioni.
Di solito le misure medio piccole sono ottime ma occasionalmente, se dobbiamo andare molto in profondità anche un 9 cm con paletta affondante risulta una gradita sorpresa. Impossibile non parlare della serie Flit dell'IMA, il 100 e 120 non mancano mai nella mia tackle box.
Sempre della serie MARIA JAPAN molto interessanti le serie MJ e MS.

Recuperi e attacchi:
Per le esche siliconiche il recupero dovrà essere estremamente lento e con frequenti e lunghe pause ( anche 30 secondi),dovremo cercare di stimolare il bass ad attaccare, ma senza costringerlo ad inseguire ed a perdere energie preziose.
La mangiata potrà essere sia strappa canna che impercettibile,dipende dall’attività del pesce in quel momento.
Per i suspending jerkbait il recupero è la chiave di tutto, dovrà avere una cadenza regolare e ritmica con frequenti e lunghe pause ( jerk jerk pausa…jerk jerk pausa…) la pausa anche qui può variare dai 10 o più secondi, l’attacco arriverà quasi sempre nel momento in cui si è in pausa… quindi mi raccomando tenete il filo in tensione per poter avvertire la minima tocca!
Per il crank preferiremo un recupero lento sul fondo , cercando di fare incocciare più ostacoli possibile e fermandosi una volta colpito uno di essi…anche qui la mangiata arriva sullo stop.

Che attrezzature usare?
Direi che in questa stagione non c’è bisogno di portarsi un mare di attrezzature e di canne,bastano 3 canne ma di quelle giuste: una da spinning da utilizzare con piombature leggerissime ( in questa stagione 1/16 oz. non è certo un delitto…) ,una da crank/jerkbait di lunghezza media con azione media e una di azione Mh per le swimbait.
Io utilizzo Palms nella serie Molla. La Ultimate finesse e la Split e drop sono le mie canne da spinning preferite e per il casting con la ALL Arounder si fa tutto.

Il filo,consiglio un buon fluorocarbon,nel diametro di 5/6 libbre per la canna da spinning, e un 10 massimo 12 libbre per le attrezzature da casting, non c’è bisogno di fili “estivi”, in questo periodo dimentichiamoci che il Bass sia l’indomito combattente della stagione calda,la difesa è decisamente meno cattiva. Ricordiamoci di non utilizzare il fluorcarbon durante l’utilizzo dei suspending jerkbait, in questo caso l’azione suspending verrebbe annullata dall’affondamento del fluoro. Per la marca Sunline fa sempre parte del mio arsenale, sia nella serie Shooter, che nella serie Bass Special.

Ami andrei con ami ridotti e affilatissimi, ODZ è una marca molto interessante che sta sfornando ami e testine piombate da wacky veramente interessanti e affilatissime.

La pesca del Bass in inverno è dura e spesso e volentieri i cappotti sono in agguato,ma credo che la soddisfazione di catturare un pesce sotto la neve o a temperature polari sia un’emozione che vi scalderà il cuore ed anche una sola mangiata vi farà dimenticare la fatica accumulata in una fredda giornata invernale!

Non mollate mai, spesso le finestre di attività arrivano proprio verso fine giornata quando la luminosità inizia a calare.


GET YOUR FISH ON

Luca Quintavalla

venerdì 21 novembre 2014

Artificiali Lures EXPO a Ferrara insieme per tante novità!

Last news!

Ci vediamo in fiera a Ferrara sabato 13 e domenica 14 dicembre presso Artificiali Lures Expo allo stand Az Shop http://www.azshop.it/pesca/ negozio dedicato alla pesca al bass e al mare.




Questa fiera ormai consolidata durerà per tutto il week end e si svolgera presso Ferrara fiere.

Sarò li per mostrarvi le canne Palms e Tailwalk, artificiali IMA, Net Bait, Fili Sunline e le nuove fanatstiche telelecamere WASP!

Vi aspetto allo stand Az Shop anche solo per scambiare due chiacchiere sulla pesca al bass! 


domenica 16 novembre 2014

4° posto gara in USA

In una della poche gare di quest'anno è arrivato un buon risultato. 4° posto all' American Bass Angler tournament sul Clark's il in Georgia USA.

La gara è stata ripresa dalle telecamere di Sky Pesca 236 per la trasmissione "Troppo Imbranato Per Pescare"



E' stata una grande soddisfazione per me e Valerio, il mio compagno di barca, riuscire a tenere testa ai campioni americani.

Fantastica esperienza! Da rifare!

martedì 4 novembre 2014

martedì 23 settembre 2014

Livingston Lures, the difference is clear!

Livingston lures sviluppa un'esca "intelligente" per tutti i pescatori. 
Le esche Livingston Lures installano al proprio interno un chip intelligente chiamato EBS Technology ( Electronic Bait fish Sound System ), che imita il naturale rumore creato dal pesce foraggio in fuga di cui Black bass, Lucioperca, Trote, Lucci, Persici reali, Aspi e Siluri si alimentano. 
Questo suono molto realistico,  abbinato al movimento dell'esca stessa, richiama l'attenzione dei predatori, in tutte le condizioni di acqua,  anche le più torbide. 
Il chip si attiva nel momento in cui l'esca entra in contatto con l'acqua e si spegne automaticamente quando questa è completamente asciutta. 
I componenti delle esche sono al top, la vernice è decisamente robusta, paletta e corpo sono rifiniti al meglio e non si notano segni di giunzione fra le due parti. Livingston Lures monta ancorette super affilate della Daiichi hooks.



Studi e biologia : Livingston Lures è molto attenta alla biologia dei predatori e delle loro prede, l' EBS System cerca di imitare alla perfezione tutti i rumori che i pesci emettono sott'acqua. Il chip non emette semplicemente un rumore, ma il suono reale emesso dai pesci preda con la giusta frequenza e intensità.

I predatori sentono i rumori sommersi in 3 modi :
1 tramite la linea laterale
 
2 i pesci hanno orecchi localizzati molto vicini al cervello dove riescono a sentire le frequenze più alte.

3 tramite la vescica natatoria che fa da cassa di risonanza vibrando ad ogni ricezione di suono. 

Tutti i pesci possono sentire i suoni e tutti i pesci creano suoni più o meno intensi quando nuotando,  Livingston Lures ha creato un esca che imita tutto questo. 

Come Funziona :

Per far funzionare lo Smart Chip è semplicissimo, basta lanciare l'esca in acqua! 
Al contatto con l'elemento liquido i due connettori attivano lo smart chip, iniziando a emettere il suono tanto gradito ai predatori.
Quando togliamo l'esca dall'acqua e questa si asciuga, il chip si spegne risparmiando batteria.
La durata della batteria è elevatissima, circa 200 ore effettive di autonomia!




Modelli e tipologia :

Pro Series : la serie originale e la più conosciuta di Livingston Lures, il crank Howeller Dream Master Classic è l'esca che ha aiutato Randy Howell a vincere il Bass Master Classic 2014 la gara di bass più importante al mondo.
La gamma comprende anhe Lipples Crankbait come il Pro Ripper, Jerkbait come lo Stick Master e top water come il Pro Sizzle.
Tutti i modelli pro series sono munito di EBS Technology.

Team Livingston Series ( disponibile da febbraio 2015 ) :

Si poteva migliorare il Pro Series? Si! L'inventore di Livingston Lures Robert Casteneda, ha creato un chip che non solo imita il rumore del pesce foraggio che fugge, ma anche di un pesce inattivo e di un gambero che si alimenta. Infine, è possibile non attivare il chip e pescare senza che esso sia acceso.

Consigli :

Asciugare sempre bene l'esca dopo l'utilizzo per evitare consumi inutili di batteria.




lunedì 22 settembre 2014

News di fine anno, Sky Pesca 236 e Livingston Lures!

E' arrivato l'autunno,..la stagione migliore per la pesca al bass.
Tutti i pesci fuori, tutti i pesci in caccia e pronti a rimpinzarsi la pancia in vista dell'inverno in arrivo.
Top water, spinnerbait, crank, jerk, le mie esche preferite, si batte tanta acqua e si imita il pesce foraggio...siete pronti?

Io mi sento pronto e motivato per questo fine anno, sono appena tornato da un viaggio di piacere in USA...ma non ho resistito e appena ho sentito parlare di un'azienda innovativa e in espansione, sono andato subito a trovarla.
Ho avuto il piacere di visitare Livingston Lures e di fare conoscenza con l'inventore Mr Robert Casteneda.
Gran prodotto, innovativo, tecnologico e che sono sicuro anche in Italia avrà il suo riscontro, visto la sempre maggiore difficoltà di catturare pesce e la necessità di affidarci sempre più a esche di livello al top.  A presto per recensioni e dettagli di utilizzo. Sarà distribuita da Blue Springs.




Inoltre come ormai sapete tutti, è partita la nuova stagione di Troppo Imbranato Per Pescare. In questa fortunata serie sarò sempre alle prese col Morini! Ogni mercoledì alle 21 sul Canale Pesca 236!
Fatemi sapere le vostre impressioni!

Infine sono in piedi diversi progetti con Sky...a presto sarò più preciso...ci vedremo in TV!

Buon fine anno and get your fish on! 


venerdì 4 aprile 2014

Test nuove canne Taiwalk Gekiha, le canne del dragone!

Blue Springs e Tailwalk sono liete di presentarvi, in anteprima per il mercato italiano, le nuove GEKIHA KR.
Questa serie di canne è stata disegnata appositamente per il bass fishing e per tutte quelle tecniche di pesca che necessitano canne leggere, sensibili e bilanciate.
Le Gekiha KR sono un concentrato di tecnologia, estetica e potenza, il carbonio usato è di altissima qualità ( 97% Carbonio 35t ) e permette al grezzo di essere molto leggero, ma allo stesso tempo di trasmettere una sensibilità importante, un ottimo bilanciamento e una precisione nel lancio fuori dal comune.
Inoltre, dal porta mulinello ( Fuji ACS e VVS ) a circa metà della lunghezza della canna, è stato posto un rivestimento a X di ulteriore carbonio per rendere le canne più rapide e dedicate anche a tecniche di pesca più gravose come flipping e frog fishing.
Il manico è in sughero di altissima qualità.





Veniamo ora al sistema di anellatura, Tailwalk si affida a Fuji, azienda leader nel settore, per montare le nuove Gekiha con il sistema innovativo e molto apprezzato chiamato KR.
Questo sistema di anellatura permette di ridurre al massimo la torsione del monofilo durante il lancio, ampliando così la capacità di lancio e evitando fastidiose parrucche. I primi anelli di dimensioni più grandi incanalano il filo in quelli più piccoli permettendo un’uscita fluida e costante del filo.
In pesca le Gekiha risultano molto piacevoli sia per tecniche finesse come Wacky rig e Drop Shot, ma anche per tecniche più aggressive come pitching, flipping, frog fishing e swimbait. Il rivestimento in carbonio permette una grande rapidità alla canna , decisamente inusuale per i comuni marchi giapponesi che di solito preferiscono azioni più Light.
Gli anelli, più piccoli e leggeri del comune, danno alla canna una leggerezza e bilanciatura perfetti.
Disponibile in diversi modelli sia da casting che da spinning la Tailwalk Gekiha entra nel mercato come un prodotto al top delle performance richieste.

Luca Quintavalla

mercoledì 26 marzo 2014

Cold Front Tactics.

Non credo che la fortuna sia un fattore decisivo nella pesca al bass, o meglio, qualche volta, soprattutto in gara, mi è capitato di imprecare contro qualcosa che alla fortuna assomigliasse…, ma in linea generale credo che il bassman sia il vero artefice delle proprie vittorie e delle proprie sconfitte. Detto questo, non mi sento un pescatore particolarmente “fortunato”, in buona parte dei miei viaggi di pesca in Italia e all’estero con il clima non sono mai capitato bene, freddo, pioggia, vento e spesso tutto questo dopo intere settimane di tempo stabile. Nonostante i diversi giorni di pesca in luoghi stupendi, mi rendo conto di aver catturato molto meno di quello che mi aspettavo, dall’altro lato mi son fatto una idea di come pescare il bass in momenti di difficoltà, in particolare quando il clima non ci è d’aiuto. Il passaggio di una perturbazione più o meno intesa in USA è chiamato “Cold Front” ovvero fronte freddo, questo succede di solito quando dopo un periodo di stabilità abbastanza lunga il clima muta improvvisamente portando freddo, piogge, vento, calo della temperatura e della pressione atmosferica.
Da cosa è creato il fronte freddo e perché influisce spesso sul comportamento dei pesci? Il cambio di clima è dato quasi sempre da un brusco abbassamento di pressione atmosferica, questa oltre a portare nuvole e precipitazioni ha un effetto importante sulla morfologia del lago, pare che questo cambio di pressione sposti il i microrganismi e il plankton di cui si alimenta il foraggio del bass, portandolo dalla classica posizione stabile sul fondo del lago nelle zone superficiali. Come facilmente immaginiamo, il foraggio di cui il bass si nutre va in frenesia alimentare e con loro il centrarchide stesso. Da questo comportamento possiamo trarre due considerazioni, la prima sicuramente che prima dell’arrivo di una perturbazione il bass sarà molto attivo e si alimenterà molto e la seconda è che dopo di esso, al contrario, avrà la pancia piena quindi sarà molto meno predisposto ad alimentarsi e ad attaccare le nostre esche.
Un altro aspetto fondamentale è che Il bass è un animale a sangue freddo, quindi, la sua temperatura corporea viene modificata continuamente da quella dell’acqua, pare che il metabolismo, in particolare alcuni enzimi metabolici, permettono ad esso di ristabilire l’equilibrio. Per svolgere questa importante funzione, il bass però impiega tempo e durante questo lasso di tempo esso diventa molto apatico e restio ad attaccare le nostre esche. Il tempo necessario non si sa di preciso, di sicuro, più il salto di temperatura è importante più il lasso di tempo aumenta.
Detto questo veniamo a come il bass si comporta prima durante e dopo l’arrivo del cold front :


Prima : immaginiamo i primi momenti in cui la pressione inizia a d abbassarsi, le prime nuvole arrivano minacciose, elettricità nell’aria, il pesce foraggio del bass entra in frenesia alimentare e con lui i bass, il cielo nuvoloso sposta i predatori nelle zone di acqua bassa a ridosso di ostacoli sommersi, luoghi ideali per tendere agguati al pesce foraggio intento ad alimentarsi. Il vento inizia a soffiare increspando l’acqua, permettendo al pesce di ridurre il proprio campo visivo, il foraggio viene mosso sulle sponde battute dal vento ed è li che noi dovremo giocare, sui lampi di luce, sull’improvvisazione, battendo molta acqua e cercando di far reagire il pesce pronto a ghermire ogni preda che si troverà davanti. Le tecniche migliori in questi momenti magici sono quelle di velocità, quindi il power fishing la fa da padrone, esche come spinnerbait, shallow crankbait, jerkbait e topwater rumorosi come buzzbait e propeller sono perfette in queste situazioni, recuperi veloci alla ricerca del pesce attivo. I colori in questi casi vanno scelti in base al foraggio presente e alle condizioni del cielo, di solito essendo nuvoloso i colori o scuri o molto accesi sono ottimi, io utilizzo o bianco/giallo o nero.

Durante : prima di tutto dobbiamo stabilire quanto dura questo fronte, se dura un paio di giorni, la pesca rimane abbastanza positiva, anche se il calo è lento ma costante, se dura diversi giorni noteremo un diminuire deciso delle mangiate con relativo calo di attività. Se dura un solo giorno noteremo che la frenesia alimentare cala ben presto alla fine dello stesso e dovremo adattare le nostre tecniche di pesca in modo repentino. Noteremo come il bass inizia ad essere restio ad attaccare esche veloci e inizierà a spostarsi sempre più nelle cover più intricate in attesa del ritorno alla normalità. In questi casi le nostre presentazioni dovranno essere più lente e molto a ridosso di coperture più o meno folte, quindi esche come jig, piccoli gamberi, grub e worms saranno ottimi in questi momenti di transizione.
Dopo : passato il fronte, passato il vento, le nuvole e la pioggia, noteremo sempre più spazi di sereno, temperature in aumento e pressione in rialzo deciso, queste sono condizioni veramente molto critiche per la pesca, il bass è estremamente apatico, ha la pancia piena e come già specificato in precedenza, sta cercando di riportare la propria temperatura corporea il più simile possibile alla temperatura dell’acqua. Il primo giorno dopo il passaggio della perturbazione è critico, ma non disastroso, non tutti i bass risentono del calo di temperatura nello stesso tempo, di solito c’è ancora attività seppur molto meno che prima e durante il fronte ma notiamo un deciso calo già in serata. Il secondo giorno è il più critico di tutti, il pesce è estremamente apatico, la pressione è tornata alle stelle, il sole fa capolino, il vento soffia spesso teso e di forte intensità, il bass con la pancia piena tende a stazionare per diverso tempo a all’interno delle coperture più intricate in attesa di ristabilire il proprio ritmo biologico. In questi momenti la nostra azione di pesca deve essere MOLTO LENTA, la nostra esca dovrà restare molto tempo nella strike zone e dovrà muoversi il meno possibile. Tecniche come il pitching leggero con esche piccole e piombature ridotte è un’ottima tecnica quando abbiamo diversi ostacoli da sondare, su erbai e spazi aperti o salti di profondità ecco entrare in gioco le tecniche finesse, split shot, drop shot e wacky rig quelle che preferisco con recuperi lentissimi e lunghe pause. Inoltre in questi periodi è consigliabile ripetere spesso e volentieri il lancio nello stesso spot, i lanci multipli sono spesso fondamentali e ci permettono di catturare pesce anche in condizioni di apparente ferma totale. Un altro fattore chiave è lo scent, questo prodotto molto snobbato è a mio avviso spesso decisivo soprattutto in posti con molta pressione di pesca. Ormai le ditte del settore si sono specializzate anche in questo campo, ci sono scent che permettono di colorare e aromatizzare le esche in maniera permanente modificando addirittura la struttura molecolare della gomma per farlo sembrare ancora più reale. Aroma migliore senza dubbio l’aglio, seguito dall’anice. Lo scent permette al bass nei casi di abboccate subdole di non sputare l’esca e di trattenerla il più possibile per darci il tempo di ferrare in tutta sicurezza. Se nonostante tutto le nostre presentazioni non risultano appetibili, proviamo esche di reazione come i jerkbait, questi sono ottimi durante l’apatia dei bass poiché permettono lunghe pause e risvegliano l’istinto predatorio del bass. Altra esca ottima in questo periodo è il Lipless crankbait, esca molto valida per le strette vibrazioni e la capacità di lancio elevata.
Sotto un certo punto di vista pare che anche le fasi lunari siano anch’esse una specie di fronte freddo, infatti il bass tende a comportarsi in maniera molto simile soprattutto quando si avvicina la luna piena. Se teniamo un piccolo registro delle catture notiamo che la pesca diventa decisamente migliore con l’avvicinarsi della luna piena, mentre i i giorni subito dopo sono meno fruttuosi, proprio come durante il fronte freddo. Quando al contrario la luna è nuova pare che la pesca sia molto redditizia, se anche qui osserviamo il clima con attenzione, ci viene rivelato che spesso il clima cambia quando c’è luna nuova, un piccolo temporale, una piccola perturbazione o un aumento del vento, questo cambia qualcosa nel comportamento del bass, tenetene conto.
Infine qualche consiglio personale, spesso sono partito demotivato e sfiduciato dopo un fronte e invece la giornata si è risolta con un successo, questo per dirvi di non spaventarvi troppo e di pescare sempre convinti, il pesce non reagisce sempre alla stessa maniera quindi andiamo comunque a pesca, teniamo conto delle condizioni difficile, ma decisi di fare bene. Un altro fattore molto importante da tenere in considerazioni è il posto dove peschiamo e il colore dell’acqua, in acqua chiara il pesce risente maggiormente del cambio del tempo, mentre in acqua velata o torbida meno, quindi se ne abbiamo la possibilità scegliamo posti con queste caratteristiche. Inoltre teniamo in considerazione la zona dove peschiamo, al nord i bass sono più abituati ai fronti freddi quindi ne saranno meno influenzati, al contrario al sud l’influenza sarà maggiore, ma durante l’estate saranno veramente eccezionali per la pesca.
Le condizioni difficili mettono alla prova le nostre potenzialità , è un momento per mettersi alla prova quindi non mollate and get your fish on!

Luca Quintavalla

martedì 4 febbraio 2014

Pescare Show Vicenza 2014 - Ci vediamo in stand Blue Springs!

Come di consueto torna il Pescare Show a Vicenza, ormai un classico incontro per tutti i pescatori a spinning italiani.

Sarò lieto di mostrarvi e testare presso la nostra pool di prova, le novità Ima ItaliaSunline ItaliatailwalkPalms Angler's RepublicWiley X, Europe Netbait Castaic, Reaction Stirke, ODZ, Maria Japan e tanto altro ancora!



Vi aspettiamo allo stand Blue Springs!