giovedì 25 giugno 2015

Flipping time!

Le situazioni di pesca che ci troviamo davanti durante la ricerca del black bass sono diverse durante tutto l’arco dell’anno, le condizioni del tempo e la temperatura dell’acqua sono i fattori spesso determinanti che dobbiamo tenere in considerazione nel cercare il centrarchide in più o meno profondità o più o meno vicino a ostacoli emersi e sommersi.
In base a questi fattori il bass si alimenta più o meno a ridosso degli ostacoli ( o “cover “ dall’inglese copertura, rifugio ) presenti vicino alla riva, nel caso di giornate nuvolose ad esempio esso sarà molto più attivo e propenso a cacciare, scarsa luminosità e bassa pressione sono buoni fattori per trovare un pesce affamato e in cerca di cibo in tutte le situazione, idem nei momenti in cui la temperatura dell’acqua non è ai picchi massimi estivi, ma nemmeno quelli minimi invernali, le stagioni intermedie sono sempre le migliori come quantità e qualità del pesce.







In diversi periodi dell’anno e in particolari condizioni di limpidezza dell’acqua, il bass tende a rifugiarsi all’interno delle cover e meno nelle zone libere , in attesa di qualche preda, per trovare acqua qualche grado più fresca nelle torride giornate estive, per trovare un poco di ossigeno durante le piene dei fiumi o ancora quando non ha molte zone dove ripararsi durante il passaggio di un fronte freddo.
La vita del bass è strettamente legata agli ostacoli,è il suo punto di riparo, di riposo e di caccia, la vita del bass gira intorno alle strutture e alle cover, sono la vera casa del bass.
Le cover più frequenti, che ci troviamo davanti in fiumi e nei laghi della nostra Italia, sono principalmente, alberi sommersi o caduti , ceppi , banchi di ninfee, canneti, cespugli e arbusti di varie dimensioni più o meno affondati.
In questi casi, c’è un tecnica che ci permette di presentare l’esca direttamente all’interno di queste strutture, in modo semplice, ma molto redditizio, questa è il flipping.

In sostanza,il flipping ,consiste nel presentare l’esca non a ridosso e nemmeno a pochi centimetri dalla cover, ma direttamente all’interno della stessa.
E’ molto importante non fare confusione con il pitching, dove l’esca viene lanciata più o meno a ridosso della cover, lo scopo principia del flipping è lanciare la nostra esca dove nessuno è mai arrivato…posare la nostra esca in posti e intrichi di vegetazione dove il bass non immaginerebbe mai di essere catturato…ed è li che spesso si nasconde il bass della vita, il mostro del lago il big one.
Alcuni bassmen adattano il flipping al pitching e viceversa, cioè in situazioni particolari utilizzano il flipping per pescare attorno alle cover e il pitching per pescare dentro le cover, beh credo possa essere una scelta utile in certi casi, ma personalmente tengo distinte le due tecniche ed anche l’attrezzatura, credo ci sia un legame fra le due tecniche, ma entrambe abbiano pregi e difetti che vanno considerati e tenuti ben divisi.
Le condizioni ideali dove questa tecnica rende al massimo sono fondamentalmente due :

  • Acque velate, torbide o comunque non limpide
  • Presenza di cover più o meno estese e intricate

In condizioni di acqua torbida per qualsiasi motivo, ( piogge abbondanti, presenza di alghe in sospensione) o quando è già velata, per presenza più o meno di ciprinidi che grufolando alzano il limo presente sul fondo, il bass tende ad alimentarsi a stretto contatto delle cover, poiché avendo pochissima visibilità e meno ossigeno a disposizione cerca riparo intorno a queste che offrono ottime postazione d’agguato e riparo dagli agenti atmosferici.
Inoltre le cover sono riparo anche per i pesci foraggio gambero compreso, quindi capiamo bene quanto al bass possa piacere ripararsi e cacciare all’interno di esse.
Ma veniamo alla tecnica, il flipping come accennato prima, è un lancio o meglio una presentazione dell’esca accurata e precisa mirata a posare la nostra esca dentro le cover per stanare il bass nascosto dentro di esse.
Il lancio è quello classico a pendolo che utilizziamo per il pitching, con qualche accorgimento però… canna nella mano destra , esca libera sull’acqua e filo in mano…si avete capito bene, la mano sinistra non sarà sul mulinello, ma guiderà il filo che con un movimento coordinato con la canna ci permetterà di posare l’esca dentro la cover.
La quantità di filo che lasceremo in bando sarà in base alla profondità di pesca, partiremo con il filo in mano, l’esca fuori e la canna a in posizione di lancio, abbasseremo la canna per caricare l’esca e accompagneremo l’uscita dell’esca con il filo che abbiamo nella mano.
Il mulinello resterà sempre chiuso, non apriremo il mulinello per lanciare, non sbloccheremo la bobina, pescheremo sempre con il filo bloccato, gestendo l’uscita dell’esca in base alla distanza di lancio con il movimento della canna e il filo in mano.
Il motivo del filo in mano è semplice, abbiamo molto più controllo dell’esca, più sensibilità nel sentire l’abboccata e non dovendo bloccare la bobina del mulinello in continuazione, anche la possibilità di effettuare molte più presentazioni in minor tempo possibile, con conseguente aumento di possibilità di trovare pesce, cosa da non sottovalutare se pensiamo che il lancio è fatto a brevissima distanza e in continuazione.
Possiamo ripetere la presentazione diverse volte nello stesso punto, oppure in diverse zone della cover soprattutto se è estesa ; in caso di canneto più o meno lungo, ad esempio, possiamo pescarlo tutto spostandoci parallelamente ad esso e effettuando molteplici presentazioni.
La distanza di pesca sarà breve, si pescherà a ridosso delle cover con la barca, per cercare la zona più nascosta e intricata possibile, capita spesso che il pesce si nasconda proprio li, soprattutto quello di grossa taglia, da riva si farà viceversa, ci si avvicinerà alla stessa silenziosamente senza far rumore e si lancerà tra la riva e la cover.
Una volta posata l’esca in acqua abbiamo diverse possibilità di recupero, se ci aspettiamo una mangiata in caduta appena questa tocca il fondo la toglieremo subito e faremo un altro lancio nella zona successiva, se ci aspettiamo pesce in sospensione una volta che l’esca tocca il fondo la lasceremo immobile in attesa che il bass scenda e la aspiri, infine se ci aspettiamo pesce attivo possiamo scuoterla in loco o imprimere all’esca saltelli più o meno pronunciati.
Una volta effettuato uno di questi recuperi toglieremo l’esca e ripeteremo l’operazione nella zona successiva, se peschiamo un banco di ninfe potremo sondare tutti i buchi tra una foglia emerse e l’altra, se peschiamo un albero sommerso stessa cosa con i rami e gli spazi fra di essi.
Personalmente cerco di presentare l’esca più all’interno possibile, a stretto contatto con la riva se peschiamo cover a ridosso di questa, altrimenti se peschiamo cover isolate proprio al centro di essa.
La ferrata sarà molto importante, dovrà essere decisa è molto energica, dobbiamo tenere in considerazione che il bass catturato a flipping sarà molto nascosto tra le cover e spesso queste ultime saranno molto fitte, quindi la ferrata e il recupero del pesce sono fondamentali per evitare slamature indesiderate, bisogna estrarre letteralmente il bass dalla cover anche a costo di sollevarlo di peso!
La ferrata in particolare deve avvenire al minimo segno di abboccata, in questo modo non daremo la possibilità al bass di aspirare l’esca e nascondersi tra la cover con conseguente slamatura o addirittura strappo della lenza in caso di combattimento tra rami o arbusti vari.

Parliamo di artificiali…quello per eccellenza? Il jig,seguito da tube, gamberi, grossi french fry, plastic worms, lizard e creature, ma non c’è limite alla fantasia si può flippare di tutto anche lo spinner….
I jig li preferisco di dimensioni generose, con testina affusolata nel caso pesco vegetazione molto fitta, questo gli permette di scendere meglio tra la vegetazione e incagliarsi meno.
Il mio preferito è il Paca Jig della NetBait questo jig ha un ottimo volume in acqua, tantissime colorazioni e piombature che arrivano anche all’oncia, un bell’amo a curvatura ampia, mi da molta sicurezza.

Per la gomma preferisco esche compatte come BKTube e gamberi come il Baby Paca della NetBait e creature come il Mighty Hog della IMA.
Ottime anche le creature soprattutto in cover abbastanza rade , ma ci sono tantissime marche di gomma valide fate le vostre prove e scegliete quelle che si avvicinano di più alle caratteristiche delle vostre zone di pesca.
I colori base che uso per il flipping li scelgo in base al foraggio presente e al colore dell’acqua, con black, green pumpkin, watermelon red flake, crawfish e chartreuse si coprono tante situazioni, ma osservate bene il colore dell’alimento principale del bass e scoprirete il colore giusto da soli.
La piombatura dovrà essere di dimensioni generose, necessarie per forare la vegetazione e arrivare sul fondo , ½ o 3/4 oz. fino all’oncia di peso.

Per i piombi uso il tungsteno, a ugual peso ha dimensioni molto più ridotte del classico piombo quindi più penetrante e maggior sensibilità data dalla estrema durezza di questo materiale.
Mi affido a un’azienda americana leader in questo campo, la Eco Pro Tungsten, che produce piombi in diverse misure e colorazioni, abbinato agli appositi stopper in gomma estremamente efficace con la caratteristica di fissare in maniera solida e sicura il piombo all’amo per una migliore penetrazione e efficacia dell’esca.
Lo stopper è molto importante nel flipping, l’esca per poter penetrare deve essere ben fissata al piombo.

L’attrezzatura dovrà essere di buona qualità e sopratutto robusta!
Canne telescopiche o mono pezzo da casting dai 7” ai 7”6’ saranno ideali e dovranno essere capaci di lanciare anche 2 oz., azione H per le cover molto intricate e mh per quelle più libere, per fare qualche esempio la Palms Molla Heavy Cover e Lunker oppure la Mega Swimbait, ma la canna è una attrezzo molto personale, cercatelo robusto e nervoso, ma non troppo pesante, altrimenti vi affaticherete molto in pesca.

Il filo dovrà essere grosso e affidabile,un buon 18/20 libbre di una buona marca,fino ad arrivare a 25/30, è possibile usare anche il trecciato da 50 o più libbre o il fluorocarbon ( lo preferisco al monofilo ), io mi affido al Sunline Shooter fluorocarbon .
Per il trecciato vi posso consigliare Super PE della Sunline, un trecciato estremamente morbido e conico in diverse colorazioni, ma resistentissimo.

L’attrezzatura, ai neofiti, può sembrare esagerata,ma vi garantisco che estrarre da un canneto o da un’ albero sommerso un bass di buone dimensioni sarà una lotta molto dura.

Concludendo vi posso consigliare di usare questa tecnica in quei periodi in cui il bass è riparato nelle strutture del lago o cava che sia,nei in posti ricchi di canneto, dopo un fronte freddo(qui sarebbe bene ridurre le dimensioni e il peso degli artificiali) o in posti dove c’è una grossa pressione di pesca e il bass è restio a cacciare in acque aperte.
L’estate è una buona stagione per il flipping il bass cerca ombra e refrigerio sotto coperture estese e sarà li che lo andremo a insidiare, idem la primavera quando il bass si alimenta di grossi gamberi o pesci tra la vegetazione.

Infine un piccolo consiglio : durante l’azione di pesca,tenete sempre d’occhio il filo,sarà il vostro occhio sott’acqua!


Ciao a tutti,catch a big one.