mercoledì 27 giugno 2018
lunedì 25 giugno 2018
Do Nothing...il segreto è fare nulla.
Ci
siamo mai chiesti perché ogni volta che usciamo a pesca e
inneschiamo un’esca e la lanciamo in acqua la nostra prima idea è
dargli vita?
Perché
innescando un verme, una creatura, un jig, e li recuperiamo?
La
riposta è semplice, noi bassmen utilizziamo esche artificiali a cui
ci sentiamo di dover “dar vita”, ci sentiamo di dover animare il
nostro artificiale che sia di gomma o rigido non importa, fa parte
delle nostra pesca, inoltre consideriamo che il bass è un predatore
quindi per stimolare il suo istinto cerchiamo di imprimere una serie
di movimenti simulando una preda in difficoltà per invitarlo
all’attacco.
Queste
teorie sono giuste e funzionano in buona parte delle nostre uscite,
ma ci sono momenti in cui il movimento delle nostre esche è
deleterio…ebbene si anche se non ci pensiamo mai, certe volte
lanciare un’esca e fare niente è molto redditizio…molto
redditizio.
Entra
qui in gioco una tecnica molto interessante e poco conosciuta che
prende il nome di “do nothing” tradotto dall’inglese…
semplicemente… fare nulla.
Non
sempre il bass ha un atteggiamento aggressivo, non sempre desidera
esche che fanno vibrazioni più o meno intense, in certi casi
preferisce presentazioni molto lente o addirittura immobili; un
esempio tipico sono quei momenti della fine prefrega inizio frega
dove il bass inizia a girovagare apatico nel sottoriva alla ricerca
di un buon punto per fare il nido, oppure nelle torride giornate
estive dove il bass non ha nessuna intenzione di attaccare le nostre
esche, insomma in tutte le situazioni in cui il bass non ha interesse
a muoversi troppo per cacciare il proprio cibo.
I
segnali che ci indicano il momento in cui dobbiamo utilizzare questa
tecnica sono diversi e relativamente facili da individuare, vediamo
di illustrarne alcuni :
- Il pesce insegue l’esca ma non la attacca
- Notiamo pesci a vista che pinneggiano tranquilli ma si disinteressano alle nostre esche
- Al minimo accenno di movimento dell’esca il pesce si allontana.
- Notiamo pesci sospesi a mezz’acqua in completa apatia.
Questi
sono solo alcuni indizi classici, ma è importante adattarsi ad ogni
situazione e capire quando il bass gradisce presentazioni molto più
lente o addirittura ferme.
Adattarsi
vuol dire notare e interpretare i movimenti del pesce cercando il
miglior recupero per catturarlo.
Un’esca
che mi da molte soddisfazioni in questi momenti è il “french fry”,
il classico vermetto siliconico a forma di patatina che con il suo
movimento molto adescante resta per molto tempo nella “strike zone”
scendendo molto lentamente e risultando spesso letale.
La
utilizzo completamente spiombata o come vedremo in seguito con un
piccolo insert all’interno.
Ricordo
come ora, qualche anno fa durante un video di pesca al bass,
diventato in seguito molto popolare tra i bassmen di tutta Italia, il
french fry lasciato immobile davanti a pesci scorti a pochi metri da
riva è risultata la carta vincente, cambiandoci la giornata e
trasformandola in una delle più entusiasmanti della nostra vita
pesca sportiva.
Le
tecniche utilizzate in questi casi sono fondamentalmente due : la
prima consiste nel riuscire a individuare un pesce a vista,
presentargli l’esca a qualche centimetro dal muso e lasciarla
assolutamente immobile.
Ho
specificato a pochi centimetri dal muso poiché lanciandogli troppo
vicino o addirittura sopra otterrete l’effetto contrario cioè
spaventare il bass e facendolo scappare a pinne levate.
A
volte l’attacco arriva dopo pochi secondi, in altri casi
l’abboccata può arrivare anche dopo diversi secondi se non minuti.
La
cosa importante è notare l’atteggiamento del pesce durante la
nostra azione di pesca e di adattarsi a questi movimenti, se si
disinteressa completamente della nostra presentazione insistiamo
ancora qualche lancio per vedere se il pesce risulta più attivo, al
contrario se dopo i nostri primi lanci lo notiamo disturbato
andiamocene e torniamo qualche minuto dopo.
Inoltre,
ci sono alcuni accorgimenti e movimenti della nostra azione di pesca
che possiamo tenere conto, prima di tutto rendiamoci conto che se
vediamo un pesce a vista ci sono serie possibilità che ci abbia
visto a sua volta, quindi risulterà molto sospettoso, secondo
cerchiamo di farci notare il meno possibile, di muoverci molto
lentamente e di evitare rumori indesiderati.
La
seconda tecnica consiste nel ripetere la stessa procedura della
soluzione precedente in un punto propizio, ad esempio sotto un ramo
sommerso dove probabile trovare un pesce sospeso qualche centimetro
sotto la superficie, oppure i bordi degli erbai, le sassaie alternate
da piante e le cover isolate dove il pesce si concentra in diversi
periodi dell’anno.
Tra
le marche che io utilizzo principalmente, per dare un riferimento, io
mi trovo bene con Slim Shake della Net Bit, il Plus Driver dell'IMA,
i Flick Shake della Jackal e alcuni vermi dedicati della
Bassproshops.
Questi
sono i miei preferiti ma fate delle prove e trovate quelle migliori
per il vostro stile di pesca.
Come
inneschi tendo ad alternare il classico Texas se pesco attorno a
ostacoli più o meno importanti e infrascati al wacky rig ( in
particolare con i vermi molto sottili ) quando pesco in zone più
libere.
Se
peschiamo in zone profonde o vogliamo una discesa più veloce
possiamo aggiungere un piccolo insert weight, in tungsteno se
possibile, questo permette una buona affondabilità senza
compromettere l’azione dell’esca.
Un’altra
tipologia di esche che si presta bene per il do nothing è il jig.
Questo
artificiale risulta molto catturante sia in caduta, che recuperato a
saltelli più o meno pronunciati, quest’ultimo recupero imita però
molto bene il gambero in fuga, ma non sottovalutiamo il suo potere
catturante lasciato fermo sul fondo...
Avete
mai notato l’atteggiamento del bass nel confronto di un gambero?
Mi
è capitato in qualche cava con in acqua chiara di vedere un gambero
cadere lentamente sul fondo , il bass scende lentamente assieme ad
esso, il primo, notando la minaccia si pone in posizione di difesa
con chele alte e ben in vista una volta toccato il fondo, il bass per
nulla intimorito gli si avvicina e lo aspira.
Questa
reazione non è fulminea, anzi è abbastanza lenta, passano diversi
secondi tra la caduta del gambero e l’attacco del bass, ecco noi
dobbiamo immaginare tutto questo nella nostra testa, dobbiamo dare il
tempo al bass di fare tutto questo
Quindi
una volta lanciato il jig lo lasciamo immobile sul fondo, magari
squotendolo in loco per qualche secondo, ma non spostandolo dalla
posizione che abbiamo scelto.
La
mangiata di solito arriva con un sussulto del filo, garantendoci in
questo modo che il bass ha aspirato l’esca, a questo punto deve
arrivare una ferrata secca e decisa che vada a segno in profondità.
Per
questa pesca utilizzo jig stand up che in acqua hanno una posizione
quasi verticale, come il Paca Jig della Net Bait o il Kyra jig della
Eco Pro tungsten oppure il German Jig di Geecrack.
Altre
tecniche che utilizzo spesso nella pesca a do nothing è il drop shot
lo split shot, due tecniche finesse che si adattano perfettamente a
questa filosofia di pesca.
Sia
con il drop shot che con lo splith shot dopo avere eseguito il lancio
in un punto che riteniamo ottimo, lasciamo scendere l’esca sul
fondo e la lasciamo assolutamente immobile.
Dopo
diversi secondi, nel caso non vediamo nessuna abboccata, possiamo
spostare l’esca di qualche centimetro per poi lasciarla immobile
ancora per diverso tempo.
La
quantità di tempo ci verrà data da quanto crediamo il posto sia
propizio, dal tipo di esca utilizzato e dall’attività del pesce.
Come
esche utilizziamo principalmente le classiche per queste tecniche
come piccoli worms, gamberi, ecc.
Ma
veniamo ora alla scelta dell’attrezzatura e i colori che vanno per
la maggiore.:
Come
canne mi affido a quella da spinning sia per la pesca spiombata che a
finesse, la lunghezza dipende dagli ambienti che andremo ad
affrontare, in laghi grandi preferisco canne lunghe fino a 7’ per
lanci a lunga gittata e migliore controllo dell’esca a grande
distanza, per la pesca con il jig, utilizzo la classica per questa
pesca, lunghezza 7’ azione H con potenza oltre l’oncia di peso.
Come
marca mi affido a Tailwalk, poichè l’estrema sensibilità del
materiale con cui sono costruite queste canne, mi permette di sentire
la minima tocca e in questa pesca è molto importante.
Come
filo vado sul fluorcarbon uso principalmente la serie Shooter della
Sunline nei diametri dalle 5 alle 7 libbre per il finesse e 16/18
libbre per il jig. La mia scelta è comunque influenzata molto dal
colore dell’acqua, se molto chiara posso scendere anche al 14 lbs
per il jig e al 4 lbs per il finesse.
Il
fluorocarbon è importante per questa pesca poiché la sua proprietà
affondante ci aiuta ad avere una presentazione più naturale e un
pelo più veloce, con il monofilo si rischia di attendere troppo
tempo che l’esca scenda, in condizioni di vento poi ancora più
fondamentale.
Inoltre
il fluorocarbon ci permette di avere sempre il controllo diretto con
l’esca, la sua affondabilità mantiene sempre un collegamento
diretto tra la nostra mano e la nostra esca.
Parliamo
ora dei colori che si utilizzano principalmente per la pesca a do
nothing, a mio parere, visto l’attività predatoria scarsa del
nostro amico centrarchide nelle condizioni in cui la andiamo a
utilizzare, direi che quelli naturali la fanno da padrone.
Più
l’acqua è chiara più dobbiamo stare vicini al colore del fondo,
tutte le potenziali prede del bass per mimetizzarsi prenderanno la
livrea del colore del fondale quindi cerchiamo di imitarlo il più
possibile, così come il colore delle cover ( erbai, rami, sassi)
anch’esso molto importante.
Inoltre
la completa naturalità delle nostre esche tenderà a rendere meno
sospettoso il pesce e a invitarlo maggiormente ad attaccarle, quindi
stiamo su colori classici come green pumpkin, watermelon, smoke,
black, purple ecc colori che non insospettiscono il bass.
Per
quanto riguarda il jig anche qui cerchiamo di imitare il più
possibile il vero colore del guscio esterno del gambero e delle
chele, i colori che funzionano meglio di solito sono tutte le varietà
di purple, red, green pumpkin, black red flake ecc.
Infine
un piccolo consiglio, abbiate tanta pazienza, spesso la mangiata
arriva dopo diversi secondi che siete immobili, restate concentrati,
filo sempre teso e pronti a catturare i bass, anche più smaliziati.
Luca
Quintavalla
Iscriviti a:
Post (Atom)