venerdì 5 dicembre 2014

Lipless crankbait the sound of fish!

Ci sono esche che entrano nella storia, vengono copiate, vengono modificate, vengono ridisegnate, ma alla fine non tramontano mai e restano un’arma vincente in tutte le cassette porta esche dei pescatori di tutto il mondo. 
La tipologia di esche di cui andiamo a parlare è una delle più sottovalutate dai bassman italiani, mentre oltre oceano è amatissima e in certe condizioni un vero must…stiamo parlando del Lipless crankbait.
Quando durante le mie lezioni di pesca parlo di questo artificiale, spesso vedo facce curiose e sospette da parte degli angler italiani che non capiscono come io riponga così tanta fiducia in un’esca così strana e spesso anche non semplicissima da utilizzare. Io rispondo che mi ha risolto talmente tante giornate che me ne sono innamorato e non riesco più a farne a meno.

Ma com’è fatto il Lipless? Come va recuperato? Quando e come usarlo?

Andiamo per gradi, il lipless è un crankbait dalla forma ovoidale appuntita agli apici, ma con la caratteristica di essere privo di paletta. L’anello lega filo è posto sulla schiena dell’artificiale. Con recupero costante e veloce emana tantissime vibrazioni con un movimento molto stretto e nervoso, che richiama i predatori anche da lunghe distanze. Mano a mano che rallentiamo il recupero l’esca perde efficacia e se lasciato fermo semplicemente affonda senza emettere nessun movimento. La forma permette lanci lunghissimi e quindi coprire tanta acqua, inoltre cambiando la velocità di recupero ci permette di sondare tutti gli strati d’acqua, insomma come può mancare un’esca con questo potenziale nel nostro arsenale? Una caratteristica fondamentale del lipless è il “suono” emesso. Infatti buona parte delle ditte che producono quest’esca, utilizzano rattling interni per richiamare i pesci da lunga distanza e dare a questo prodotto un tocco decisamente particolare. Negli ultimi anni, visto la crescente pressione di pesca, si iniziano a vedere alcune tipologie “silent”cioè prive di “sonagli” interni, in certi casi possono avere ottimi utilizzi ma senza dubbio il Lipless classico ha rattling interni ed anche decisamente rumorosi.
Il lipless ha un potere catturante enorme, ma rende al massimo in determinate condizioni :
  1. Presenza di cover o strutture sommersi, gli erbai in particolare sono una cover perfetta.
  2. Presenza di vento con conseguente increspatura della superficie dell’acqua
  3. Medio/bassa profondità dell’acqua
  4. Presenza di pesce foraggio imbrancato o presenza di scuole di bass
  5. Autunno e primavera sono le stagioni ideali, ma anche i primi giorni d’inverno.
Queste condizioni sono un buon segnale che il lipless crank può regalarci grandi soddisfazioni, quindi sfruttiamole con attenzione.
La presenza di erbai sommersi è una condizione fantastica, infatti il bass adora sostare nascosto tra essi in attesa che un branco di pesce foraggio decida di passare da quelle parti…pronto per sferrare l’agguato, il bass è molto attento a qualsiasi cosa gli passa sopra la testa o in mezzo all’erba. Il Lipless è il numero uno in questo, la sua forma affusolata gli permette di passare agevolmente tra i fili d’erba e con le sue vibrazioni accentuate rendere la propria presenza ben nota a tutti. Inoltre gli erbai sono una calamita per il pesce foraggio di cui il bass si nutre, tanto ossigeno e presenza di cibo abbondante sono le chiavi di questo ecosistema.
Erba e zone ricche di vegetazione sommersa sono senza dubbio le cover migliori per una maggiore efficacia del lipless, ma ci sono altre situazioni dove può essere letale. Sulle sassaie il rumore emesso richiama i pesci da lunghissima distanza, condizioni che in acqua velata o torbida possono fare la differenza. Anche qui i lanci lunghi sono decisivi, più acqua si copre più e più è facile incocciare in un qualche torello verde in agguato.
Non dimentichiamo le lunghe spianate ricche di sassi e ciottoli e le punte che degradano lentamente, soprattutto se c’è erba nei paraggi.
Il Iipless è un’esca fantastica anche durante i fronti freddi e in tutte quelle condizioni in cui il bass è molto apatico e non ha nessuna intenzione di cibarsi e quindi l’unica maniera per catturarlo è giocare sul proprio istinto di predatore. Il suono e le vibrazioni strette sono perfette soprattutto se ripetiamo diversi lanci nella stessa zona di pesca.
Parliamo di recuperi : il recupero del lipless è abbastanza semplice, effettivamente il nostro artificiale pazzo fa tutto da solo…il recupero costante e “allegro” è il più classico ma ci sono alcune varianti che possono cambiare molte cose. Se le cover sommerse sono ancora “giovani” i problemi sono pochi, ma quando le cover e gli erbai in particolare iniziano a salire, ecco che inizierete a capire che così semplice non è. Infatti con un recupero costante il lipless crank tenderà ad incagliarsi spesso con perdita della sua efficacia, ecco che dobbiamo trovare una soluzione. Il trucco è quello di “strappare” ( gli americani lo chiamano “ripping” ) letteralmente l’erba dopo aver incagliato e riprendere il recupero immediatamente. Questa manovra donerà all’artificiale un movimento guizzante e “pazzo” che aggiunto allo stretto legame con la cover lo renderà irresistibile ai bass presenti al suo interno.
Sconsiglio l’utilizzo del lipless quando l’erba è troppo alta, in questo caso gli incagli sono veramente troppi e non permette nessun movimento adescante, ma se l’erbaio è molto esteso possiamo aggirarlo e coprire i bordi di esso con lanci da diverse angolazioni.

Infine un recupero veramente interessante col freddo è senza dubbio quello in gergo chiamato "yoyo". Consiste nell'effettuare un recupero a saliscendi con qualche pausa per far affondare l'artificiale sul fondo per poi richiamarlo violentemente e cercare una mangiata di reazione.
Questo recupero mi ha regalato alcune delle più belle catture in acqua fredda.

Vediamo ora ai modelli e all’attrezzatura da utilizza per una perfetta efficacia :
Non possiamo non parlare di lipless senza parlare di Rat L Trap, questa ditta è colei che ha inventato letteralmente questa artificiale e lo ha reso popolare in tutto il mondo. Per rendere l’idea… quando i nostri “mentori” di oltreoceano parlano di lipless crankbait parlano di Rat l Trap, la parola lipless non è quasi mai nominata sulle riviste ma neppure nel linguaggio comune, il termine di riferimento per questo artificiale è semplicemente Rat L Trap. Le caratteristiche di questa marca è il suono molto intenso e le vibrazioni veramente incredibili. I colori sono veramente tanti, per imitare qualsiasi foraggio del bass, i miei colori preferiti sono le tonalità shad, gambero e chartreuse, 3 colori che coprono tutte le tipologie di acque presenti ma vi garantisco che c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Un altro prodotto molto interessante è il Rock N Vibe dell'IMA, le caratteristiche di questo lipless sono la quasi totale assenza di rattling interni, la forma decisamente accattivante e un'estetica fantastica.
Infine non possiamo non parlare di Livingston lures e il suo Pro Ripper, questo liplles dotato di un chip interno che imita il suono del pesce foraggio di cui il bass si nutre permette di catturare anche il pesce più smaliziato e apatico.


Per quanto riguarda canne e mulinelli dobbiamo fare una piccola scelta. Se peschiamo in presenza di cover non molto alte, che non permettono il famoso “ripping” di cui parlavamo prima la classica canna da crankbait è perfetta, quindi azione medium, lunghezza 7 piedi o più ( maggiore è la lunghezza maggiore è la gittata ) potenza dai 3/4 oz in su e un buon mulinello a recupero medio veloce, 6,2 : 1 lo ritengo perfetto. Personalmente uso la nuova serie Palms Molla All Arounder, mulinelli Abu Revo e filo rigorosamente fluorocarbon della serie Shooter della Sunline nel diametro di 12 lbs. Se invece devo rippare l’erba il discorso cambia, qui abbiamo bisogno di una canna più rapida come la Palms Molla Cover Capture per strappare l’esca dall’erbaio, In questo caso dovremo aumentare il diametro del filo anche a 14 lbs, questo permetterà di essere molto più efficaci nella nostra tecnica di pesca.
Bene mi sembra di avervi dato una idea di come utilizzare questo poco conosciuta ma magnifica esca…non temete e usatelo come un’arma a vostro favore nei momenti dove rende al massimo! In bocca al bass!
Get your fish on.
Luca Quintavalla







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